Esattamente un anno fa, alla fine del mese di maggio 2020, i contratti di rete in Italia avevano raggiunto quota 6.154, coinvolgendo oltre 36 mila imprese di cui 2.849 in Veneto, 1.787 in Friuli Venezia Giulia e 609 in Trentino-Alto Adige.
Sono questi alcuni dei dati emersi dall’analisi dell’Osservatorio Nazionale sulle reti d’impresa 2020 tra l’Università Ca’ Foscari e Infocamere, che evidenziano come la rete tra imprese rappresenti “un’importante opportunità di miglioramento dei risultati in termini di fatturato, occupazione, produttività e redditività; un efficace strumento per affrontare la crisi e rispondere alle sfide dell’innovazione e del cambiamento.”
Nel Triveneto è il Friuli Venezia Giulia la regione con le imprese che hanno la più elevata propensione al fare rete: ogni 10 mila imprese registrate sono 177 le imprese “retiste”, che scendono a 59 in Veneto, mentre segue a poca distanza il Trentino Alto Adige con 55.
Secondo i professionisti Tax&Legal del Nord Est le imprese valutano positivamente il modello di sviluppo a rete in quanto rappresenta una «opportunità di essere un fornitore di servizi “chiavi in mano” e con una identità commerciale più forte, sia in Italia che all’estero.
I vantaggi della rete
Autonomia, stabilità e flessibilità sono le parole chiave con cui l’avvocato Cristiano Bertazzoni, associato Unistudio di Verona, definisce i vantaggi della rete dato che «le imprese che vi partecipano possano collaborare in modo stabile ma flessibile, conservando la propria autonomia e la propria visione del mercato.
Si tratta, infatti, di uno strumento in grado di adattarsi alle esigenze di imprese di ogni dimensione e settore, integrando la collaborazione su programmi condivisi ma conservando, al tempo stesso, l’autonomia imprenditoriale.
La sinergia tra imprese in rete consente di divenire un soggetto di dimensioni tali da poter affrontare in modo più concorrenziale il mercato, anche estero; ampliare l’offerta; dividere i costi; accedere a finanziamenti e contributi a fondo perduto; godere di agevolazioni fiscali; partecipare a gare per l’affidamento di contratti pubblici; impiegare il distacco del personale tra le imprese; assumere in regime di codatorialità il personale dipendente».
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